Una pagina di diario. Una di quelle riflessioni che si scrivono di getto. Questa volta ispirata dal mare che dalla Sicilia guarda verso l’Africa. Ce l’ha inviata una nostra lettrice siciliana che, con questo testo, ha vinto anche un importante premio.
sono seduta su uno scoglio, in riva al mare e penso… Mi rivedo bambina correre spensierata su questa spiaggia, con il mio costumino rosa a pois bianchi e la mia bandana azzurra. Ricordo che amavo raccogliere le conchiglie, che poi lavavo in mare facendo però attenzione a non farmele rubare dalle onde, da quelle onde che tanto temevo, ma che tanto mi divertivano. Su questo scoglio guardavo i gabbiani che volavano a fior d’acqua, a caccia di qualche pesciolino e quando le onde mi bagnavano i piedini, strillavo di gioia.Da allora miliardi di altre onde hanno lambito questo scoglio ed io, ormai adolescente, sono oggi qui a guardarle infrangere spumeggianti ai miei piedi. E penso… Penso ai miei sbalzi d’umore, alle mie insicurezze, penso alla mia paura di crescere, a ciò che vorrei fare da grande, penso che, se il tempo si fermasse un po’… avrei un po’ più di tempo per pensare! È una giornata splendida, il cielo è così terso che si vede l’orizzonte.
E penso… Penso che forse, su una spiaggia al di la dell’orizzonte, una ragazza come me, con la pelle un po’ più scura della mia, è seduta su uno scoglio e guardando le onde pensa… Pensa alla sua infanzia, ma l’unico ricordo che ha, è quello di non essersi mai sentita bambina.
Pensa a tutti i sogni che vorrebbe realizzare, ma sa che non si realizzeranno mai, perché ad una donna non è concesso sognare. Pensa al giorno in cui andrà in sposa ad un uomo che non la chiamerà mai per nome, perché una donna non ha diritto ad un’identità. Pensa che sarebbe bello salire sul primo barcone diretto per “non si sa dove e non si sa se…”, quello stesso barcone su cui sono saliti tanti suoi famigliari, di cui non si è saputo più nulla. Pensa, pensa e calde lacrime cadono nell’acqua come diamanti che custodiranno per sempre il suo dolore e le sue speranze. Accarezzo la spuma delle onde e mi sento pervadere da uno strano calore, come fosse il calore di un abbraccio. “Non so chi tu sia, ma il mare ci ha fatto incontrare. Continua a sognare, amica dai grandi occhi neri e dalla pelle di liquirizia: sentiti principessa anche se tutti ti vorrebbero schiava e cammina a testa alta, anche se gli altri vorrebbero farti mangiare la polvere. Affida pure i tuoi pensieri alle onde…. saranno la dolce cura delle tue paure”.
Rimango seduta sullo scoglio e guardando il mare penso… e mi sento viva!
Copyright foto Valeria Palladini