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IT | Relazioni, che fatica

Alla nostra età capita spesso di trovarci in situazioni nelle quali non sappiamo bene cosa fare o come comportarci. Spesso ci sentiamo incompresi, abbandonati dai nostri amici, delusi… e magari litighiamo con i nostri genitori. Beh, dicono che sia tutto normale! Vi racconto la mia.

Ognuno di noi vive l’adolescenza in modo diverso, ma tutti abbiamo, o abbiamo avuto, dei problemi.
A volte non riusciamo a dire di no alle tentazioni per paura di non essere considerati “fighi” dai nostri coetanei. Davanti ad un amico che mi offre una sigaretta sento dentro del disagio, so benissimo che non fa bene alla salute e che dire di no è la cosa giusta… ma perchè fare la cosa giusta mi fa sentire sempre in difficoltà? Non dovrebbe farmi stare bene? Mi sembra che “ciò che è male, o sbagliato” sia anche più accettato dagli altri, mi faccia sentire capace di fare “le mie scelte”, di pensare con la mia testa… anche andando contro a quello che dicono
gli adulti e i genitori. Ma in fondo alla mia testa c’è sempre una “vocetta”, un “allarme rosso” che non mi lascia in pace finché non dico “no, grazie!” e giro i tacchi per non vedere il sorrisino soddisfatto di quello che si rimette in tasca il pacchetto.

Vorrei un gruppo di amici che mi apprezzasse per quello che sono, per quello che ho da raccontare, e per il semplice il fatto che a loro piace stare con me.
Vorrei sentirmi ascoltata e invece spesso mi ritrovo a dover ascoltare.
A volte mi sento fuori luogo, sento di non essere adeguata per meritare la considerazione degli altri. Anche i social, senza i quali non saprei vivere, non mi aiutano: in molti post vengono rappresentati modelli e modelle bellissime
ai quali mi paragono, vengo tormentata dalle storie delle persone che seguo, dove si divertono alle feste in compagnia, mentre io sono a casa ad annoiarmi e a sentirmi inutile in compagnia del mio gatto.

Certo, una domanda che ci assilla c’è: “Quale sarà il mio futuro?”. A volte mi trovo a sognare troppo in alto e a scontrarmi con la fatica quotidiana del tenere duro a scuola, del lavorare sodo, con costanza. Allora salta fuori la paura: “e se fosse tutto inutile?”. “Se avessero ragione loro, quelli che la vita se la godono adesso, che si prendono il tempo per divertirsi e per curare il proprio outfit all’eccesso, quelli che appaiono, che tutti si girano
per guardarli…”.
Non mi piacciono gli adulti che fanno le prediche e che mi mettono ansia da prestazione. Ci sono invece degli adulti che trovo “speciali”, alcuni sono persone che hanno faticato per raggiungere grandi obbiettivi altri sono persone normali che però mi sembrano fuori dal vortice, sono persone che hanno la calma dentro, un sorriso luminoso e anche se sono di fretta quando ti salutano è come se bloccassero il tempo. Mi sto ancora chiedendo quale sia il comune denominatore tra persone così diverse, per ora so che sono persone con cui desidero confrontarmi e che vorrei avere vicino quando sono in difficoltà.

( Matilde Daini, 15 anni )

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