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Uniti sotto la bandiera della cultura

L’Europa e il suo impegno per la cultura, punto di forza del vecchio continente.

“La cultura è quel bene dell’umanità che, diviso tra tutti anziché diminuire diventa più grande”

Così dice Hans George Gadamer. La domanda che ci si pone è dunque legittima: cosa sta facendo l’Europa per la cultura? Così come la convenzione UNESCO sulla promozione della diversità e delle espressioni culturali, l’Europa, stando all’articolo 167 del funzionamento dell’Unione, si sta dando molto da fare per salvaguardare il patrimonio culturale.

Il suo obiettivo è quello di rendere la cultura accessibile a tutti. Tuttavia questo non deve avvenire uniformando le differenti tradizioni che costituiscono una delle principali ricchezze europee, ma mettendo in risalto ciascuna. Proprio per questo l’Ue sta sostenendo progetti di ricerca scientifica, di nuove tecnologie e lo sviluppo regionale, ad esempio con l’istituzione delle Capitali europee della Cultura, che consentono prima di tutto di celebrare l’identità europea della città che viene scelta e, in secondo luogo, di intensificare la cooperazione con associazioni artistiche e culturali.

Nel 2019 una delle due città nominate è Matera, provincia della regione italiana della Basilicata, già appartenente dal 1991 alla lista dei patrimoni culturali dell’UNESCO. La “Città dei Sassi”, reduce di un passato travagliato, ora è emblema di quanto la cultura possa essere aperta, accessibile e inclusiva; sarà protagonista di un calendario di eventi di 50 settimane e 330 giorni di programmazione che coinvolgono adulti e bambini.

Inoltre l’Ue da un po’ di anni sta sostenendo dei programmi di mobilità studentesca: tra questi c’è il progetto “Erasmus plus” (European Region Action Scheme for the Mobility of University Students), che ha raggruppato sotto un unico nome, a partire dal 2014, tutti i precedenti progetti promossi dall’Ue.

L’obiettivo è di rafforzare la mobilità nel settore dell’apprendimento in Europa. Più di 4 milioni di giovani possono beneficiare di borse europee per studiare, formarsi o prendere parte ad attività sportive in un altro Paese europeo. A differenza dei progetti antecedenti, quest’ultimo non si rivolge solo agli universitari, ma a tutti gli studenti con un’età compresa tra i 13 e i 30 anni, e, per la prima volta, riguarderà anche l’ambito sportivo.

L’Europa quindi, soprattutto ultimamente, si sta impegnando molto, a livello culturale, per raggiungere il maggior numero di persone, cercando di valorizzare la bellezza che c’è in tutti gli Stati dell’ Ue.

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