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Le sfide dell’Europa

Abbiamo chiesto ad Alberto Lo Presti di aiutarci a capire qualcosa in più dell’Europa di ieri, di oggi e… di domani.

Quando nasce l’idea dell’Europa?

L’idea è antica, già presente nel mondo greco arriva a noi dopo aver attraversato epoche come quella romana e medievale e dopo esser stata oggetto di scrittura da parte di molti autori importanti del passato, come Dante e Machiavelli. Durante il XX secolo, in un’Europa pervasa dal Romanticismo, si fa strada l’idea di unire, nonostante enormi differenze, tutti i Paesi di quello che oggi conosciamo come il vecchio continente, per far prevalere la pace ed il bene comune sugli interessi dei singoli stati e cittadini. Le due guerre mondiali non sono altro che l’ultimo di una serie smisurata di eventi che hanno reso ben chiara la necessità di un’unione tra gli Stati, ormai unico destino alternativo ad uno sfacelo certo.

Puoi dirci qualcosa di più su come questo sia avvenuto?

Dopo la seconda guerra mondiale i bisogni dei popoli ed il lavoro dei fondatori hanno mostrato come la collaborazione rappresentasse la soluzione migliore. Tutti questi elementi hanno dato lo spunto ai vari Paesi europei per creare progetti di unione, il primo che ricordiamo è il Patto del carbone e dell’acciaio del 1951 per il quale firmarono Paesi come Francia, Germania, Italia ed altri. Tale accordo di natura completamente economica è il primo tassello verso quella che noi oggi conosciamo come Europa.

Puoi dirci alcuni punti di forza e alcune sfide dell’Europa oggi?

Essa offre ai propri cittadini, e più in generale agli Stati membri, un tenore di vita fra i più alti nel pianeta, i suoi abitanti hanno un alto livello di istruzione e la produzione è la più alta mediamente registrata. In contrapposizione a questi traguardi così importanti abbiamo anche situazioni in cui le promesse iniziali non sono state mantenute e gli obiettivi originari non perseguiti. Tra i punti principali sui quali l’Unione viene attaccata ci sono: la poca democrazia e trasparenza, la burocrazia ed i giochi di egoismi in periodi di crisi. L’Europa si trova tra la grandezza di un passato solido e l’incertezza di un futuro nebbioso, tra i vantaggi politici e le negatività diplomatiche, sta perdendo quello che era il suo antico splendore e la voce del continente più anziano sul panorama mondiale non è più forte come in passato.

Come vedi il futuro dell’Europa, anche pensandola nella prospettiva di un mondo sempre più unito e nel quale fraternità sia legge tra gli Stati ma anche tra i continenti?

Mi pare non ci siano dubbi. Ascoltando l’insegnamento di Chiara Lubich, di Igino Giordani, di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI, dobbiamo lavorare per l’Europa unita, in una prospettiva nella quale il mondo sarà sempre più unito. Dunque, vogliamo gli Stati Uniti d’Europa perché, attraverso di essi, si producano gli Stati Uniti del Mondo, sorretti da una convivenza organizzata secondo il principio di fraternità, nella pace e nella giustizia sociale.

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