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IT | L’unica arma per un mondo migliore

Ogni giorno abbiamo a che fare con persone di diverse religioni, culture e idee. come creare insieme a loro dialoghi costruttivi?

Ogni giorno abbiamo a che fare con persone di diverse religioni, culture e idee. come creare insieme a loro dialoghi costruttivi? Ce lo spiega Luciana Scalacci, da tanti anni impegnata nel movimento dei Focolari per portare un contributo alla costruzione di un mondo migliore attraverso il dialogo.

1) AL GIORNO D’OGGI ACCADE SPESSO CHE IL DIALOGO VENGA CONFUSO CON LO SCONTRO. COME RIUSCIRE A CAMBIARE QUESTA VISIONE SCORRETTA? PERCHÉ OGGI È IMPORTANTE AVERE DEI “VERI” DIALOGHI COSTRUTTIVI?.
Spesso si confonde il dialogo con un’altra pratica: quella di colloquiare, cioè parlare con l’obiettivo di portare l’altro sulle proprie posizioni o di fare proselitismo al proprio “credo”. Mentre il dialogo è ascolto, incontro, saper accogliere la “verità dell’altro”, farle spazio dentro la “verità nostra” con la certezza di venirne arricchiti

2) CI SONO DEI PERSONAGGI STORICI CHE HANNO APPORTATO UNA SVOLTA NEL CAMPO DEL DIALOGO?.
Persone e personaggi nel tempo hanno lasciato pagine di teoria, ma anche testimonianze. Possiamo citare Platone, Socrate, Galileo Galilei, Giuseppe Parini, San Francesco D’ Assisi e non dimentichiamo il grande contributo nel tempo più recente dato da Chiara Lubich e da Papa Francesco.

3) DAL MOMENTO CHE IL DIALOGO È UNA GRANDE RICCHEZZA, PERCHÉ DIVENTA SEMPRE PIÙ DIFFICILE METTERLO IN PRATICA? QUANTO PUÒ ESSERE COMPLESSO DIALOGARE TRA CREDENTI E NON CREDENTI?.
Il dialogo non è solo una grande ricchezza, è l’unica arma che può portare alla costruzione di un mondo migliore, dove ogni uomo e ogni donna siano liberati non solo dai loro bisogni primari, ma possano realizzarsi nella pienezza della loro personalità e nel rispetto del creato.
Chiara Lubich, dopo aver impegnato il Movimento dei Focolari per l’unità tra i cattolici, poi tra i cristiani, poi con le altre grandi religioni, lo aprì anche a coloro che non si riconoscono in nessuna fede religiosa. Non è scontato nemmeno oggi, ma a quel tempo non era certamente comune che un movimento di ispirazione cristiana aprisse le porte a chi addirittura non si riconosceva in nessuna fede religiosa. La cosa più difficile da superare è stato lo scetticismo iniziale: da parte dei non credenti la preoccupazione che si trattasse di una furbesca azione di proselitismo; da parte dei credenti la preoccupazione, io penso, che i non credenti tentassero di mettere in discussione le loro certezze, la loro fede. L’unica a non aver avuto mai preoccupazione di sorta è stata Chiara che, con coraggio e senso di responsabilità, forte della sua verità, aveva capito che la lunga strada per la fratellanza universale non può che passare attraverso le vie del confronto rispettoso con tutti.

( Sofia Matrilli – 15 anni )

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