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Tentar non nuoce

La condivisione, in senso economico, diventa una nuova parola chiave di questo processo su larga scala, e non solo di beni ma anche di idee e nuove proposte.

Immaginate di produrre un nuovo tipo di scarpe: pratiche e accattivanti, per gli sportivi o i sedentari incalliti. Ora, immaginate di venderle nel vostro Paese. Il vostro prodotto potrà raggiungere le case di tutti i vostri concittadini, in competizione solo con i prodotti locali già in commercio. Ma se aveste la possibilità di esportare questo prodotto in tutto il mondo??

Ecco a voi il meraviglioso regalo della globalizzazione, che apre le porte ad un commercio libero e senza frontiere. Ogni bene prodotto arriva in qualsiasi posto, tutto merito di un veloce sviluppo informatico che ha reso possibile una comunicazione immediata fra le zone più distanti della terra. La condivisione allora, in senso economico, diventa una nuova parola chiave di questo processo su larga scala, e non solo di beni ma anche di idee e nuove proposte.

Eppure sembra proprio che il divario economico tra i diversi Paesi non voglia diminuire e che la distribuzione di ricchezze sulla terra non accenni a trovare un equilibrio. E se provassimo a sfruttare questa movimentata globalizzazione non solo per la circolazione dei beni ma anche per la loro messa in comunione? Se riuscissimo a condividere in maniera equa le varie sostanze, in modo da favorire nuove possibilità dove mancano, e ridurre gli sprechi? Magari un giorno con le vostre scarpe chiunque camminerebbe con un po’ di comodità in più.

Utopia? Chi lo sa… forse vale la pena provare.

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