Un gioco per capire le condizioni di vita nei Paesi del mondo e pensare alle soluzioni per risolvere le situazioni più difficili.
Loppiano, situata nel Comune di Incisa e Figline Valdarno (Firenze), è la cittadella internazionale dove, accolti da Felipe (Brasile) ed Edward (Tanzania) noi ragazzi della 3B del “Galileo Galilei” di Vigarano Mainarda (Ferrara) abbiamo mosso i primi passi “da un continente all’altro” per capire le differenze nella distribuzione dei beni. E lo abbiamo fatto anche attraverso un gioco interessante che ci ha aiutato a capire varie cose.
Ve lo riproponiamo pensando che possa essere utile anche per voi.
Prima parte
Ci si divide tra vari continenti. Al muro sono attaccati dei cartelli con i nomi dei continenti. Ciascuno deve andare sotto ogni cartello in base al numero di abitanti che pensa ci sia. Pensavamo di avere fatto bene, invece abbiamo sbagliato un po’… i conti. Il numero di persone che, in percentuale, dovevano stare in ogni “continente” era molto diverso. Alcuni ragazzi hanno dovuto ”emigrare”: in Asia 36 persone, in America del Sud 6, in Africa 8, in Europa 7, in America del nord 3!
Seconda parte
Le sedie presenti in sala rappresentano il “Pil”, cioè le risorse di un continente. In America del Nord (dove c’erano solo tre di noi) dovevano starci 11 sedie (!), in Asia (dove eravamo 36) solo 15 (!), in America del Sud 4, in Europa 20 e in Africa 3. Questa parte del gioco finiva quando ognuno di noi era seduto su una sedia e tutte le sedie erano occupate. Chi stava in piedi dava una penalità alla squadra!
Se ne sono viste delle belle: in una sedia ci sono stati anche 5 ragazzi uno sopra l’altro, è stato divertente ma questa situazione ci ha fatto meditare molto! In Asia c’erano poche sedie e troppe persone, così gli altri continenti hanno ceduto le loro sedie per farci stare tutti seduti!
Terza parte
Divisi in gruppo abbiamo risposto ad alcune domande sulle possibili soluzioni per risolvere questa ingiusta distribuzione. Tra le risposte più significative: Economia di Comunione, abbassare i prezzi nei Paesi più poveri, esportare le risorse dei Paesi più ricchi verso quelli poveri, incentivare la costruzione di industrie nei Paesi più poveri, aumentare l’economia a “chilometro zero”.