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Gran Bretagna senza UE? Cosa ne pensano i ragazzi della Brexit

Dopo la conclusione del referendum consultivo del giugno 2016 in Gran Bretagna, è prevalso il voto a favore del Leave, ossia dell’uscita dall’Unione Europea da parte del Regno Unito. Le trattative per l’uscita sono ancora in atto. Noi di Teens abbiamo chiesto ad alcuni nostri coetanei, Mary, Paul D., Paul R., Andrew e Catherine, che vivono in Inghilterra e Scozia la loro visione al riguardo.

“NEL VOSTRO PAESE SI SENTE MOLTO PARLARE DELLA BREXIT FRA I RAGAZZI DELLA NOSTRA ETÀ?”. È stata la nostra prima domanda. Mary, Paul D. e Andrew affermano che i ragazzi ne parlano molto, anche se questi cambiamenti hanno destato in loro insicurezza e preoccupazioni. “Sono rimasta davvero scioccata – confessa Mary riferendosi al referendum – non me l’aspettavo”. Paul R., da sedicenne, pensa che sarebbe stato utile anche il voto dei suoi coetanei, poiché le conseguenze della Brexit influiranno più sulle loro vite che su quelle degli adulti.

Inoltre alla domanda “ERAVATE FAVOREVOLI AL REMAIN O AL LEAVE?” tutti e cinque confermano di essere stati, ed essere tuttora, favorevoli al Remain. “Per la sicurezza economica e i vantaggi che derivano dall’essere nel mercato unico”, spiega Andrew, mentre per Paul R. rimanere nell’UE sarebbe stato vantaggioso anche per l’aspetto legislativo, per il lavoro, senza parlare dell’atmosfera protettiva e solidale che si crea all’interno di organizzazioni come l’Unione Europea, “anche se i timori del terrorismo hanno fatto dubitare le persone”.

Alla domanda “SE SI POTESSE DI NUOVO VOTARE CREDETE CHE SI VOTEREBBE DIVERSAMENTE?”, tutti sono concordi nell’affermare che la gente voterebbe diversamente.

L’intervista prosegue entrando nel vivo del problema: “SE IL PERCORSO ANDRÀ AVANTI, COSA ACCADRÀ AI TANTI RAGAZZI PROVENIENTI DA ALTRI PAESI?”. “I giovani provenienti da altri Paesi non subiranno immediatamente alcun cambiamento – dice Andrew – perché programmi come Erasmus+ per studenti in Europa non saranno influenzati dalla Brexit”.

Resta comunque il punto di domanda sull’ingresso dei giovani che vogliono trovare un lavoro e perché no, un futuro in Gran Bretagna. Paul D. ne è certo, anzi aggiunge un elemento importante, quello del futuro anche culturale del suo Paese: “Penso che sarà sicuramente più difficile per i giovani emigrare nel Regno Unito. Inoltre, temo che ci sarà un ulteriore aumento dell’odio verso i giovani di altri Paesi”.

L’ultima domanda, “E VOI COME STATE VIVENDO QUESTO MOMENTO?” “Cerchiamo di tenerci costantemente aggiornati in modo da vedere se sono stati fatti dei progressi per ottenere un accordo sulla Brexit” dice Mary. Catherine racconta delle molte proteste che si tengono in questo periodo a Londra. “Quando si è svolto il primo referendum, non ricordo molto perchè ero molto giovane. Ora è diverso, sono più grande, leggo i giornali e cerco di essere consapevole del mio futuro dal punto di vista politico. Sono a favore del Remain perché voglio che il mondo sia più unito invece che diviso, visto che è più facile costruire muri che ponti e questo era solo un altro muro”. “Anche se siamo la generazione che crescerà in un mondo che è stato creato per noi – dice Andrew – credo che sia stato fatto poco per dare voce in capitolo ai giovani.”

Nonostante le difficoltà in moltissimi, soprattutto tra i giovani, però, continuano a sperare che tutto si risolva per il meglio, e a lottare per i propri diritti e per garantire a ciascuno e ai giovani di domani un futuro migliore, un Paese migliore.

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